Since I moved to Rome from a small town in the countryside, I started to have countless random short contacts with strangers. Rome has three million people who share several social environments every day. Since the beginning, I noticed that people ordinarily had unjustified hostile behaviours, and it seemed I was the only one to notice. So, I decided to delve into this topic to cast light on this phenomenon. My project attempts to question the value and the social role of hostile behaviours and insults and to use both primary and secondary sources to answer several questions. Should we worry about the modalities through which people interact? Are insults and hostile behaviours minor social issues or do we consider them as such because they are normalized? What may be the causes and consequences of this normalization?
Da quando mi sono trasferita a Roma da un piccolo paese di campagna, ho iniziato ad avere innumerevoli contatti casuali con estranei. Roma conta tre milioni di abitanti che condividono diversi ambienti sociali ogni giorno. Fin dall'inizio ho notato che gli estranei si comportavano in modo ingiustificatamente ostile gli uni verso gli altri, e sembravo l'unica a notarlo. Ho deciso quindi di approfondire l'argomento per far luce su questo fenomeno. Il mio progetto tenta di mettere in discussione il valore e il ruolo sociale dei comportamenti ostili e degli insulti. Ho utilizzato sia fonti primarie che secondarie per rispondere a diverse domande. Dovremmo preoccuparci delle modalità attraverso le quali le persone interagiscono? Gli insulti e i comportamenti ostili sono questioni sociali minori, o li consideriamo tali perché normalizzati? Quali possono essere le cause e le conseguenze di questa normalizzazione?
Letizia Manfredi

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